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Spettacolo di Mimmo Cuticchio, che si esibirà nel cunto, arcaica forma di racconto orale in dialetto siciliano, dalle antichissime origine greche, fissatasi stabilmente durante il Medioevo. Un'occasione davvero unica e imperdibile per ascoltare questo grandissimo artista.
In una piazza fatiscente, proiettato sul muro senza ombre di una casa, un uomo vestito semplicemente, costringe l'attenzione, con un gesto autoritario, di un pubblico fatto di adulti e ragazzi. Racconta le imprese dei reali di Francia, di banditi leggendari: "... da Costantino Magno è nato Fiovo / da Fiovo nascono Fiore e Fiorello / da Fiorello nasce Fioravante / da Fioravante nascono Gisberto e Ottaviano del leone / da Gisberto nasce Re Michele / da Re Michele nasce Aloigi / da Aloigi nasce Carlo Martello / da questi nasce Pipino detto Breve / da Pipino nascono Carlo Magno legittimo e Lanfroi e Olderigi, bastardi..."
Mimmo Cuticchio è il più importante erede della tradizione dei cuntisti siciliani e dell'Opera dei Pupi, oggi iscritta tra i Patrimoni orali e immateriali dell'umanità dell'UNESCO. Il cuntista siciliano è un particolare fabulatore la cui tecnica prevede un particolare schema drammaturgico, profondamente legato all'improvvisazione, arricchito da una recitazione ritmica basata sull'alterazione del respiro. Il cuntastorie è un suscitatore di spettacolo. possiede regole, trucchi che trascendono la testualità del racconto e si iscrivono nell'effimera arte dello spettacolo. La parola cuntu si usa e si può usare come termine dialettale per dire racconto, ma il cuntista racconta soltanto storie epico-cavalleresche, con una scansione metrica, una gestualità del corpo, una mimica del viso, necessari per la definizione dei personaggi. A differenza del cantastorie che è invece un raccontatore di fatti di cronaca e che accompagna i suoi versi con una chitarra e un cartellone raffigurante la storia, il cuntista racconta in prosa ed è accompagnato sola da una spada di legno o di ferro che gli serve ora per dare fendenti in aria ora per dare ritmo alle battaglie. Il cuntista trascina i suoi protagonisti nella vicenda, divenendo di volta in volta corpo sonoro; la sua voce diventa ora tonante, ora carezzevole, aspra o struggente, fino ad arrivare a momenti drammatici, in cui la recita risulta una scansione regolata che supera qualsiasi significato per toccare l'astrazione del suono.
Nell'ambito de LA FIUMA, festiva di teatro di figura popolare, organizzato per il secondo anno consecutivo dal Museo Civico Polironiano. Direzione artistica di Giorgio Gabrielli.
Presso lo Scalone del Chiostro dei Secolari. Ingresso gratuito.
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